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Passeggiando tra arte e cultura

 

PASSEGGIANDO TRA ARTE E CULTURA
 

Volgendo lo sguardo alla parte alta della città, gli occhi indugiano sui resti dell’antica Rocca Malatestiana, cinta murata fatta erigere dallo Stato Pontificio nel XII secolo, ricostruita nel Quattrocento dal dominio malatestiano e successivamente potenziata per volere del Duca Federico da Montefeltro. In forma quadrangolare, con quattro torrioni agli angoli, venne fatta demolire nel 1502 da Guidobaldo da Montefeltro “con orrendo fragore”, così scrissero i cronisti dell’epoca, per evitare che cadesse nelle mani di Cesare Borgia. Pur se è in degrado ormai da secoli, ancora oggi è possibile scorgervi ambienti interni suggestivi, cunicoli e stanze. Dalla sommità del colle, ove appunto sorgeva la Rocca, si può godere il panorama mozzafiato nel quale la città è immersa.

A Fossombrone si è compiuta la storia dei Montefeltro di Urbino che è possibile ripercorrere, un passo dietro l’altro, lungo Corso Garibaldi, l’unico nelle Marche a vantare un doppio porticato, sul quale un tempo si affacciava una varietà di botteghe e osterie. Rivelando nuovi suggestivi scorci paesaggistici, tra le scalinate che conducono alla parte alta della città si susseguono uno via l’altro gli edifici storici più importanti di Fossombrone, a partire dalla chiesa di San Filippo dallo splendido interno barocco, sorta tra il 1608 e il 1613 come ex-voto dei forsempronesi dopo la nascita dell’erede maschio dell’ultimo duca di Urbino. Una struttura originariamente semplice e dimessa, a unica sala, priva di cappelle. Furono poi i Padri Filippini ad ampliarla e abbellirla, a maggior gloria di Dio. Il noto scultore Tommaso Amantini di Urbania vi realizzò le decorazioni a stucco; è evidente anche l’impronta del pittore forsempronese Francesco Guerrieri, nella pala d’altare e in altri dipinti collocati in una delle cappelle dell’edificio. Oggi la chiesa, divenuta museo, è visitabile da quanti vogliano ammirare il suo splendido interno, caratterizzato dal fastoso ciclo di stucchi e dal ricco patrimonio artistico di dipinti, sculture, arredi e suppellettili sacre. Proseguendo lungo il corso, occorre trattenersi a ogni passo per bearsi della bellezza di tutti i palazzi storici che la città vanta, come la trecentesca Chiesa di Sant’Agostino, che presenta sulla facciata lo stemma dei Malatesta e il simbolo degli speziali (mortaio con pestello) e si distingue per lo spettacolare portale in arenaria e il caratteristico chiostro di stampo medievale.

Poi Palazzo Cattabeni, il cinquecentesco edificio con la sua caratteristica facciata a bugnato e i soffitti a cassettoni, il Palazzo Comunale del XVI secolo, costruito in pietra arenaria, il Palazzo Vescovile con le sue ampie finestre e i timpani alternati. Infine la Cattedrale settecentesca e il palazzo dove, come segnala un’epigrafe, si ritiene abbia vissuto il pittore Francesco Guerrieri. Fossombrone è anche definita la città delle tre corti: quella Alta è l’antico palazzo rinascimentale, voluto dai Montefeltro, che oggi ospita il Museo Archeologico e la Pinacoteca. Distinguibili sono la loggia aerea che si eleva a oriente e il massiccio corpo occidentale che originariamente ospitava la sala del teatro ducale. Nel corso del terzo decennio del Cinquecento, in alternativa alla Corte Alta, I Della Rovere faranno costruire la Corte Bassa e la Corte Rossa, un insieme di edifici collegati tra di loro che si mimetizza nel tessuto urbano. I soffitti lignei della Corte Alta, conservati fino a oggi, caratterizzano i locali sede della Pinacoteca Civica, istituita nel 1901. Qui si susseguono, uno via l’altro, i secoli dal XVI al XIX: da un bozzetto raffigurante la concessione delle stimmate a San Francesco databile alla fine del 1500, eseguito dal pittore Federico Barocci, alle opere secentesche di Francesco Guerrieri, che porta a Fossombrone le novità della pittura caravaggesca, fino ai ritratti eseguiti da Francesco Podesti. Prima di lasciare Fossombrone, è d’obbligo una visita alla Casa Museo e Quadreria Cesarini, dal nome del notaio che visse nel palazzo.

Qui è possibile non solo affacciarsi sull’intimità di una residenza borghese caratteristica della prima metà del Novecento, ma anche ammirare le opere dell’artista forsempronese Anselmo Bucci, di cui il notaio fu grande estimatore e del quale possiamo ammirare estro e creatività in ogni stanza del palazzo. Da segnalare l’autoritratto del pittore, che si ritrae come un imbianchino al lavoro, come se l’arte fosse un atto soprattutto di mestiere, oltre che intellettuale, e il meraviglioso cortile interno della villa scavato nella roccia, quasi a formare una struttura unica con la parete rocciosa che si staglia nel retro dell’edificio.

Indirizzo / Luogo
Centro storico - Fossombrone
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